Venezia, Montecarlo, Baden Baden: viaggio tra i casinò più antichi d’Europa

Fino a quale anno frequentare i casinò era un vezzo da autentici viveur. Nate per soddisfare le esigenze di svago dei più ricchi e della nobiltà europea a cavallo tra la fine del 700 e i primi dell’800, le case da gioco si sono sviluppate come autentici templi del divertimento e nel tempo sono entrate anche nel cuore dell’alta borghesia creatasi con la rivoluzione industriale. Grazie alla nuove possibilità economiche, una rampante casta di paperoni si è potuta affacciare nei salotti bene frequentando questi autentici ambienti di promozione sociale legittimandosi come “nuovo sangue blu”. Considerazioni “classiste” a parte, negli ultimi tempi i casinò stanno attraversando un periodo di crisi che sembra quasi insanabile. I direttori delle sale da gioco e gli enti che gestiscono Campione d’Italia, Venezia e Sanremo (solo per citare le sale da gioco più famose d’Italia) lamentano conti in rosso, sono costretti a licenziare personale e si trovano sull’orlo del fallimento.

Un fenomeno dettato anche in parte dalla concorrenza dei casinò online che ultimamente stanno togliendo mercato alle sale da gioco tradizionali. Ciò è dovuto anche in parte ad una sorta di cambio generazionale. I più giovani preferiscono oggi infatti intrattenersi nei portali virtuali che propongono un’esperienza di gioco simile a quella delle console, tra slot machine che assomigliano sempre di più ai videogame e tavoli da poker e blackjack dove, da qualche anno, è diventato anche possibile smazzare con apparecchi per la realtà virtuale.
Ciononostante le più antiche case da gioco restano un luogo di culto per gli amanti del tavolo verde ed anche una meta ambita per gli amanti di un certo turismo a tema che unisce il brio dalla giocata al revival dei bei tempi andati.
Un possibile tour dei casinò storici non dovrebbe a tal proposito prescindere Venezia. Si deve infatti alla città lagunare il conio del termine stesso di casinò visto che proprio nei casini di proprietà della nobiltà locale si iniziò a sviluppare, intorno alla metà del ‘700, questo genere di sala da gioco dedicato ai veneziani ed ai tanti visitatori internazionali che frequentavano la laguna, in particolare durante il periodo del carnevale. Ad oggi sopravvive uno dei più antichi “ridotti” dedicati a questo genere di attività ludiche ed è quello che fu di proprietà di Federico Venier, oggi casa dell’Alliance Française, l’Associazione Culturale italo-francese.

Il Ca’ Vendramin Calergi nel sestiere di Cannaregio è invece l’unico “casino” ancora in attività ed è anche la più antica casa da gioco moderna essendo stato fondato nel lontano 1638. Trovandosi in città varrebbe la pena fare un passaggio anche al Ca’ Noghera, una sorta di Las Vegas gestita dall’ente CMV s.p.a che ha puntato su questa enorme struttura in terraferma con estese sale dedicate alle slot per rilanciare il turismo del gioco nel capoluogo veneto.
In quanto a fascino e a blasone Monte Carlo non ha nulla da invidiare a Venezia sebbene le fiche da queste parte sono iniziate a scivolare soltanto nel 1854 quando il principe Florestano I di Monaco, con una lungimirante mossa anticipatrice dei tempi, decise di legalizzare il gioco nel principato affidando a Charles Garnier la progettazione di un elegante palazzo destinato al divertimento dell’alta società. Ultimamente la Société des Bains de Mer de Monaco, l’ente che insieme ai principali intrattenimenti ed eventi mondani in città gestisce anche l’organizzazione del casinò, subisce come le altre principali organizzazione europee di categoria il periodo di crisi del gioco dal vivo e recentemente ha provato a svecchiare la propria immagine ospitando alcune pellicole cinematografiche di grido tra cui i due capitoli della saga di James Bond Never Say Again e Golden Eye (rispettivamente del 1983 e del 1995) e il più recente Ocean’s Twelve, del 2009.
Baden-Baden è invece il faro tedesco del gioco. Questa località termale situata nel Baden Wuttenberg ha edificato nel 1838 la sua Kurhaus ed in pochi anni si è trasformata in meta di pellegrinaggio di alcuni illustri personaggi come Friedrich Nietzsche, Lev Tolstoj, Richard Wagner e Fedor Dostoevskij che proprio ispirandosi alle vicende di vita vissuta durante le sue frequentazioni della Kurhaus sviluppò la trama de Il Giocatore, uno dei suoi romanzi più conosciuti.

Pubblicato il: 26 Aprile 2021

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