
BANGKOK – L’industria del sesso thailandese potrebbe presto chiudere i battenti: il ministro del turismo, Kobkarn Wattanavrangkul, prima donna a ricevere l’incarico nella storia della Thailandia, ha annunciato di voler mettere uno stop ai bordelli e i gogo bar del paese. Il ministro vuole che i turisti vadano in Thailandia per ammirare la bellezza del paese e non i quartieri a luci rosse.Chi lavora nel mercato del sesso, però, ha detto che un taglio a questo genere di servizi potrebbe nuocere all’economia del paese, che ha sofferto per riprendersi dopo l’agitazione politica del 2014. Il paese è di religione buddhista e profondamente conservatore, ma detiene il record mondiale di bordelli. “Non vogliamo che i turisti vengano qui per il sesso, ma per le autentiche bellezze del paese, per la nostra cultura” ha detto il ministro.Gli esperti dicono che sarà difficile liberare la Thailandia dall’industria a luci rosse, ormai decisamente radicata, anche perché fornisce una sorta di “stipendio” a un numero imprecisato di poliziotti ed ufficiali. La prostituzione, infatti, sarebbe teoricamente illegale, ma la legge è praticamente ignorata perché questo tipo di industria porta un grande guadagno nelle casse del governo.In Thailandia ci sono circa 123,530 prostitute (dati UNAIDS 2014) mentre nella vicina Cambogia 37,000.
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